Alto Medioevo – Dopo Carlo Magno: i primi anni di regno di Ludovico il Pio

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Alla morte di Carlo Magno, la guida dell’impero Carolingio passò al figlio Ludovico il Pio.

Il suo regno fu segnato da un’apparente continuità rispetto all’operato del padre. Come negli ultimi anni di Carlo, rafforzò il legame tra chiesa e impero, nel tentativo di fornire a questo una maggiore legittimazione religiosa e sacrale. Promosse una riforma delle istituzioni ecclesiastiche che seguisse uniformemente la regola benedettina. A livello locale tentò invece di separare il potere spirituale da quello temporale, con l’obiettivo di indirizzare il primo verso una dimensione più ascetica. Questa riforma non ottenne risultati. Spesso i due poteri erano esercitati dalla stessa persona, il nobile, il quale aveva tutto l’interesse a conservare i privilegi di entrambe le funzioni. Inoltre, le istituzioni religiose in molti territori avevano anche funzione amministrativa.

Dietro questa religiosità, ad ogni modo, si celava anche la debolezza e l’insicurezza dell’uomo Ludovico. Esempio ne fu il ricambio dei funzionari di corte, nei prima anni del suo regno, che avevano avuto un ruolo importante ai tempi di Carlo Magno. Questa insicurezza si tramutò frequentemente in violenza e spietatezza. In linea con le sue azioni nei territori spagnoli, prima di divenire imperatore, fece incarcerare i fratelli illegittimi e costrinse le sorelle nubili a prendere i voti religiosi.

Particolarmente significativo in tal senso fu il decreto legislativo Ordinatio imperii dell’817, in cui Ludovico suddivideva il suo impero tra i suoi tre figli maschi: Lotario, Pipino e Ludovico. Questo editto sebbene nella forma rimanesse fedele alla tradizione franca e seguisse le orme del padre, nella sostanza, assegnando il regno d’Italia a Lotario, lo sottraeva al legittimo erede Bernardo, figlio del defunto fratello Pipino (da non confondere con il figlio suddetto) a cui lo aveva assegnato Carlo Magno. Ne seguì una rivolta, capeggiata da Bernardo e repressa da Ludovico il Pio il quale poi fece imprigionare e accecare il nipote. Bernardo morì pochi giorni dopo a causa delle ferite subite.

Per via del suo operato, nonostante gli sforzi profusi a favore della chiesa, vi furono aperte prese di distanza da parte dei principali esponenti religiosi. Questi lo costrinsero a fare penitenza pubblica a causa del trattamento che aveva riservato al nipote Bernardo. Ciò gettò discredito sulla sua figura, indebolendolo, nei confronti dell’alta aristocrazia franca.

Questa debolezza si sarebbe manifestata nella seconda parte del suo regno, con l’esplosione del conflitto tra Ludovico e i suoi eredi.

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