Giuseppe Ungaretti – L'Isola. Analisi metrica, retorica, parafrasi, commento

L’Isola

A una proda ove sera era perenne 1
Di anziane selve assorte, scese,
E s'inoltrò
E lo richiamò rumore di penne
Ch'erasi sciolto dallo stridulo 5
Batticuore dell'acqua torrida,
E una larva (languiva
E rifioriva) vide;
Ritornato a salire vide
Ch'era una ninfa e dormiva 10
Ritta abbracciata a un olmo.

In sé da simulacro a fiamma vera
Errando, giunse a un prato ove
L'ombra negli occhi s'addensava
Delle vergini come 15
Sera appié degli ulivi;
Distillavano i rami
Una pioggia pigra di dardi,
Qua pecore s'erano appisolate
Sotto il liscio tepore, 20
Altre brucavano
La coltre luminosa;
Le mani del pastore erano un vetro
Levigato da fioca febbre.

Parafrasi:

Scese ad un approdo dove alberi antichi con rami frondosi oscuravano la luce come se fosse sempre sera, e si incamminò verso l’interno dell’isola. Lo richiamò lo stormire d’ali di un uccello che staccandosi come liberato dall’acqua molto calda aveva prodotto sulla superficie di essa un movimento rapido e quasi ritmico come un batticuore. E vide una larva che immobile come senza vita in realtà  si stava rinnovando. E ritornato a salire vide che era una ninfa ed ella dormiva in piedi abbracciata ad un olmo.
Errando, anche dentro di sé, dal simulacro della ninfa immaginata al desiderio concreto, vivo, che l’immagine della stessa suscitava in lui, giunse ad un prato in cui per la scarsa luce si faticava a scorgere lo sguardo delle giovani fanciulle presenti sotto gli alberi di ulivo. I rami lasciavano passare con fatica, come una pioggia lenta, sottili lame di luce, più vicino delle pecore sostavano a riposarsi sotto gli alberi, nella porzione di terreno senza erba, nel tepore della penombra. Altre pecore brucavano il manto erboso al sole. Le mani del pastore riflettevano, come se fossero vetro levigato da una leggera febbre.

Commento:

L’Isola, scritta nel 1925, è parte della raccolta Sentimento del tempo, pubblicata nel 1933. Questa raccolta segna un forte cambiamento nello stile, se non nella poetica, di Ungaretti. Non più poesie spesso brevi, sovente folgoranti, espressione di ispirazione improvvisa, ma una composizione più meditata, articolata anche nella punteggiatura, nel solco di una sorta di rivisitazione della tradizione poetica italiana. Ai luoghi di riferimento delle poesie precedenti (il deserto, il Friuli), si sostituiscono i luoghi della campagna romana (a Roma si era trasferito nel 1921). Come lo stesso poeta ebbe a scrivere in Note a Vita d’un uomo: “Il paesaggio è quello di Tivoli. Perché l’Isola? Perché è il punto dove io mi isolo, dove sono solo: è un punto separato dal resto del mondo, non perché lo sia in realtà  ma perché nel mio stato d’animo posso separarmente. E ancora: “Sono paesaggi d’state, oltre misura violenti, dove l’aria è pura, e hanno il carattere di cui m’ro appropriato, del barocco, perché l’state è la stagione del barocco. Il barocco è qualche cosa che è saltato in aria, che s’è sbriciolato in mille briciole: è una cosa nuova, rifatta con quelle briciole, che ritrova integrità , il vero. L’state fa come il barocco: sbriciola e ricostituisce.
L’lemento portante della poesia è ascrivibile proprio al tema del barocco, di un barocco rivisto, reinterpretato con l’approccio ungarettiano e con la sua visione del mondo, ma allo stesso tempo chiaramente riconoscibile, in particolar modo nello stile ricercato e soprattutto in una presenza di elaborazione retorica senza precedenti nella sue liriche.
Ma se dal punto di vista stilistico e lessicale (Petrarca) i richiami alla tradizione classica sono ben evidenziabili, non si può parlare di un Ungaretti manieristico, in quanto il carattere onirico, musicale, analogistico e straniante è tipico del poeta e del suo tempo. Esattamente come un’state che è barocco, il poeta è deus ex machina: sbriciola e riscostituisce.

Analisi metrica:

L’isola è un componimento in [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1049]versi sciolti[/link] con prevalenza di [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1024]endecasillabi[/link], [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1028]novenari[/link], [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1025]settenari[/link] e diviso in due strofe.
Presenza di [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1038]rima perfetta[/link]: perenne/penne (vv. 1-4), languiva/dormiva (vv. 7-10), vide/vide (vv. 8-9).
Presenza di [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1039]rima assonanzata[/link]: ove/addensava/ulivi (vv. 13-14-16), come/rami (vv. 15-17).

Presenza di [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.1022]enjabement[/link]: vv. 1-2, vv. 4-5, vv. 5-6, vv. 7-8, vv. 9-10, vv. 10-11, vv. 12-13, vv. 13-14, vv. 14-15, vv. 15-16, vv.17-18, vv.19-20, vv. 21-22, vv. 23-24.

Analisi retorica:

Presenza di [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.33]allitterazioni[/link] (le più significative): a, e (v. 1), a, e, s (v. 2), r (v. 4), s (v. 5), l (v. 7), v (vv. 7-9), a (v. 11), s (v. 12), p, g, d (v. 18), l (v. 22), f (v. 24).
Presenza di [link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.54]assonanza[/link]: proda/ove (v. 1), sera/era/perenne (v. 1), anziane/selve/assorte/scese (v. 2), inoltrò/richiamò (vv. 2-3), sciolto/dallo/stridulo (v. 5), larva/languiva/rifioriva (vv. 7-8), salire/vide (v. 9)…
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.55]Bisticcio[/link]: sera/era (v. 1).
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.31]Metafora[/link]: sera (v.1), anziane selve assorte (v. 2), languiva e rifioriva (vv. 7-8), da simulacro a fiamma vera (v. 12), l’ombra negli occhi s’addensava (v. 14), Le mani del pastore erano un vetro Levigato da fioca febbre (vv. 23-24).
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.44]Anastrofe[/link]: anziane selve assorte (v. 2), al limite dell’pifrasi), stridulo Batticuore (vv. 5-6), E una larva…vide (v. 7-8), s’addensava Delle vergini (vv. 14-15), liscio tepore (v. 20), fioca febbre (v. 24).
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.75]Personificazione[/link]: anziane selve assorte (v. 2), stridulo Batticuore dell'acqua torrida (vv. 5-6), larva languiva (v. 7).
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.42]Anafora[/link]: E s'inoltrò E lo richiamò rumore di penne (vv. 3-4), E una larva (languiva E rifioriva) vide (vv. 7-8).
Analogia: stridulo Batticuore dell’acqua torrida (vv. 5-6), distillavano i rami Una pioggia pigra di dardi (vv. 17-18), coltre luminosa (v. 22).
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.72]Iperbato[/link]: A una proda ove sera era perenne Di anziane selve assorte, scese (vv. 1-2), In sé da simulacro a fiamma vera Errando (vv. 12-13).
Similitudine: L'ombra negli occhi s'addensava Delle vergini come Sera (vv.14-16).
[link=http://ilmorgante.altervista.org/e107_plugins/content/content.php?content.39]Sinestesia[/link]: liscio tepore (v. 20).

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